mercoledì 8 aprile 2020

LA VITA RIPENSATA ai tempi del Coronavirus PART 3


Carissimi lettori, entrati ormai nel secondo mese di quarantena, possiamo fare un bilancio provvisorio di come ci siamo adeguati a questa imprevista Emergenza Coronavirus visto che il nostro comportamento è l'unico elemento sotto il nostro pieno controllo.

Ognuno ha avuto il tempo per fare le sue riflessioni, modificare il suo stile di vita cercando e trovando nuovi stimoli. Sicuramente tutti stiamo cominciando a pensare come dovremo organizzare la nostra vita quando, finalmente, potremo riprendere, gradualmente, ad uscire.

Molti avranno anche avuto modo di apprezzare, io per prima, gli agi delle proprie case, soprattutto se dotate di un terrazzo o di un piccolo giardino.



Al contrario, possiamo affermare che per tanti altri questa quarantena forzata non è proprio lo stesso, anzi. Difficile dimenticarsi di quell’immagine, arrivata proprio in questi giorni alle nostre case dai principali mass media, delle fasce di popolazione più povere dell’India che, non potendo beneficiare di una casa, addirittura, si son ritrovati a dover salire sugli alberi per potersi distanziare.

Un'altra considerazione che voglio condividere con voi è il concetto di responsabilità, riferito 
soprattutto agli anziani. Mi addolora moltissimo, infatti, assistere, impotente, al totale disastro delle famigerate R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistite), arrivate del tutto impreparate, o per via di precise responsabilità (che mi auguro verranno accertate al più presto) o per via di contingenze organizzative, a questa Emergenza Coronavirus. 

In questi luoghi, infatti, il contagio, tra ospiti ed operatori sanitari, è stato elevatissimo, con un costo troppo caro di vite e di risorse umane.
In Italia, le Sedi dove gli anziani si fanno “parcheggiare” con false prospettive di maggior benessere e cura, sono tantissime. 

Io sono profondamente contraria a questi “parcheggi” di fine vita e invito tutti coloro che hanno raggiunto la pensione ad essere maggiormente responsabili sul mantenersi in salute, autosufficienti e, soprattutto, al massimo del controllo delle proprie funzioni vitali.  

Ricordo ancora una ex cliente che, molto anziana ma ancora in buona salute, decise che "la gestione della casa era troppo difficile” e che, pertanto, non, volendo nessuna estranea accanto che l’aiutasse, preferiva affidarsi ad una casa di cura anche perché “i parenti preferivano cosi”.  Inutile dire che, nel giro di pochi anni, la suddetta donna peggiorò notevolmente, sia nel fisico che nel morale, non trovando, nella soluzione di una costosa Casa di Riposo, alcun sollievo.

Io invece sono fermamente convinta che continuare a vivere nella propria casa, magari anche con aiuti che difficilmente supereranno i costi proibitivi delle R.S.A., sia il migliore “elisir di lunga vita” a cui poter aspirare. L’importante è mettersi d’'impegno per continuare a vivere gestendo il proprio ambiente. Di certo questo ci allungherà l'esistenza!

Abbiamo ottimi esempi in Calabria e nell' Ogliastra in Sardegna dove arzilli centenari vivono in casa propria e sono studiati da famosi Gerontologi. E’ questo l’esempio a cui dobbiamo ispirarci, ovviamente salute permettendo.

Così facendo, qualora dovesse giungere nei prossimi decenni una nuova pandemia, saremo sicuramente più in grado di curarci senza intasare la Sanità Nazionale.

Forse non sono pensieri questi da atmosfera pasquale, ma quest'anno tutto è diverso e ci tenevo a scriverlo. La Pasqua si avvicina, ma non sarà certo una Pasqua normale, per cui, tanto vale ragionare e cercare di trovare soluzioni che ci facciano, almeno intravedere, il “dopo” di questa grandissima crisi.

Cosa ne pensate? Come sempre, vi esorto a scrivermi o a rispondermi per poter essere a conoscenza delle vostre opinioni a riguardo!

Per ora dalla quarantena è tutto,



Alla prossima!
Un caro saluto, 
Clelia

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